giovedì 16 gennaio 2014

potatura dei fruttiferi

POTATURA DEI FRUTTIFERI
DOPO I DIVERSI APPUNTAMENTI IN
CAMPO ORGANIZZATI NELLE VARIE
LOCALITA’ DELLA PROVINCIA, CON
QUESTA NOTA TECNICA SI VUOLE DARE
ALCUNI SPUNTI SULLA POTATURA.
Nelle prossime pagine seguirà una
descrizione sulla potatura del pesco,
actinidia, melo. Seguirà nella prossima nota
tecnica l’aggiornamento della potatura su
albicocco, pero e susino.
Nell’ultima pagina ci sarà una tabella
per la prenotazione presso l’Agenzia
4A/CATAC della confusione sessuale
con i costi. I tecnici di zona sono a
disposizione per l’acquisto, il
monitoraggio, la durata e la consegna
dei confusori.
In caso di chiarimento i tecnici sono a
disposizione sia per la potatura e sia per la
confusione sessuale.
ASSOCIAZIONE REGIONALE
GRUPPI COLTIVATORI
SVILUPPO del PIEMONTE
Supplemento a Coldiretti Informa n. 125 del 22/12/2010 Dir. Amm. B. Rivarossa - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)1
art. 1, comma 2, DCB/CN Filiale di Cuneo Stampa in proprio Editore Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cuneo
FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale:
l’Europa investe nelle zone rurali
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Misura 111.1
Sottoazione B) Informazione in campo agricolo
In collaborazione
Settore frutticolo
2
DRUPACEE
LA POTATURA DEL PESCO
Importanza di un corretto sviluppo
vegetativo dell’albero
Questo risultato si ottiene assai facilmente se
in fase d’impianto vengono tenuti in conto gli
aspetti più importanti che determinano il
futuro habitus della pianta e che sono:
- Giusta combinazione portainnesto/varietà
- Scelta della forma di allevamento (ad 1,2
assi)
- Situazione del terreno precedente
l’impianto
La progettazione dell’impianto è la fase più
importante che condizionerà gestione e
produzione per tutta la durata dello stesso:
infatti, riportare allo stato “ordinario” un
pescheto, già squilibrato in partenza, sarà
un’impresa non sempre fattibile.
Corretta impostazione della pianta nella
fase di allevamento
Come già ripetutamente ricordato è
fondamentale operare una corretta selezione
dei rami sin dalla fase dell’impianto. Senza
scendere nei particolari in quanto il
comportamento da seguire si differenzia a
seconda della forma adottata, in generale si
può affermare che dovranno essere
eliminati senza indugio i rami con angolo
d’inserzione troppo stretto e quelli troppo
vigorosi: quest’ultima operazione è
fondamentale se si vogliono evitare situazioni
future di ombreggiamento con conseguente
impoverimento della zona inferiore della
pianta. Non va comunque dimenticato che
nelle forme a più assi deve essere mantenuto
un certo numero di rami con diametro
inferiore alla metà di quello del fusto i quali
diventeranno le future sottobranche. Per
meglio regolare il loro sviluppo si eviti il
ricorso a distanziatori (troppo onerosi) mentre
risulta molto efficace e di veloce esecuzione
la pratica della torsione (mese di giugno) che
porterà ad una attenuazione della loro
vigoria.
La potatura di produzione nei principali
gruppi di pesco e nettarine
Il comportamento produttivo del pesco è
funzionale alla varietà considerata. Infatti la
pezzatura dei frutti e la potenzialità produttiva
è legata alla singola varietà: allo scopo di
semplificare questo aspetto si sono riunite le
varietà in 3 gruppi distinti: “Gruppo Rich”,
“Gruppo Rome Star” e “Nettarine”. Di seguito
sono illustrati i passaggi fondamentali da
realizzare in campo:
1. GRUPPO RICH (vedere tab.1)
Foto 1: Esempio di potatura corta
Prima
3
Dopo
Come indicato nella tabella 1 le diverse
cultivar che rientrano in questo gruppo
devono essere gestite con una “potatura
corta” con la quale si vanno a selezionare i
rami misti lunghi (60 - 100 cm). L’obiettivo è
quello di mantenere il più possibile la
produzione aderente all’asse centrale della
pianta (Foto 1) .
2. GRUPPO ROME STAR (ved. Tab.1)
Foto 2. Esempio di potatura di media
intensità
Prima
Dopo
Si tratta di una potatura meno energica
rispetto alla precedente la quale si basa sul
mantenimento di 2 – 3 rami misti medi (30 –
50 cm) presenti su branchette di 2 anni.
Come nel gruppo precedente devono essere
eliminati tutti i brindilli e mazzetti di maggio
presenti.
3. NETTARINE (ved. Tab 1)
Foto 3: Esempio di potatura lunga
Prima
Ritorno netto su
un ramo misto
lungo dell’anno
Mantenimento dei rami
misti lunghi vicini all’asse
centrale
Ritorno sul legno
dell’anno e
mantenimento di
rami misti medi
4
Dopo
Nel recente passato il gruppo
“Nettarine” era suddiviso in 2 sottogruppi. In
uno di questi rientravano in modo particolare
le varietà Big Top e Diamond Ray per le quali
veniva attuata una “potatura lunga” basata
sul mantenimento di intere cravatte e ridotti
tagli di rinnovo.
Dalle ultime osservazioni è emerso
che a lungo andare questo tipo di
impostazione porta ad un esaurimento delle
branche con conseguente perdita di rami
fruttiferi. Si è deciso quindi di comprendere
le 2 varietà in questione nel gruppo unico
delle nettarine per le quali sono valide le
seguenti indicazioni: in questo gruppo vanno
privilegiati i rami misti corti (brindilli) inseriti
su branchette di 2 anni chiamate
abitualmente “cravatte”.
Quest’ultime vanno “richiamate” con
opportuni tagli di ritorno e con uno sfoltimento
dei brindilli ormai esaurienti, in particolare su
Big Top e Diamond Ray dove esistono
problemi di pezzatura; dove questi non
esistono (Ali Top, Nectaross, Caldesi ecc) è
possibile mantenere delle branchette
relativamente “più sporche”. Come è
possibile vedere dalla Foto. 3 la cravatta è
stata opportunatamente raccorciata e
diradata e sono stati mantenuti 3 rami misti
corti.
SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO:
PESCO
Le possibilità che si presentano per
l’esecuzione di un impianto sono le seguenti:
·  Gemma dormiente
Pianta innestata in vivaio e
successivamente trapiantata: è
abbastanza economica, ma si possono
verificare degli insuccessi sia per le
fallanze fisiologiche degli innesti, sia per
la mancanza di tempestività che si può
verificare dalla fase di estirpo dal vivaio
alla messa a dimora in campo a gemma
già mossa.
·  Astone
È il sistema che più si va diffondendo sia
per la praticità che per la veloce entrata in
produzione, pur essendo questo il più
costoso. In genere si tratta di astoni di 1
anno, ma non mancano i casi di piante
innestate a primavera e quindi di 7-8 mesi
i così detti astoncini che presentano
caratteristiche migliori.
·  Vaso
Utilizzato per impianti eseguiti in stagione
avanzata (maggio). In questo caso si
richiede una buona cura delle piante con
particolare attenzione al trasporto, inoltre
è indispensabile disporre di un impianto
d'irrigazione localizzata per impedire il
collassamento delle piante.
FORME CONSIGLIATE
All’atto della programmazione
dell’impianto è necessario tenere conto della
Taglio di rinnovo
sulla “cravatta”
5
giusta combinazione portinnesto/varietà e
della fertilità del terreno, pertanto la scelta
della forma di allevamento da adottare sarà in
funzione di tali caratteristiche.
Tabella 1. Forme di allevamento attualmente consigliate per il pesco
E' prevista in ogni caso la messa in opera di impalcature di sostegno, ridotte peraltro a 1
palo ogni 20 m e alla stesura di 2 o 3 fili metallici.
Ciò comporta un aggravio dei costi iniziali di impianto, ampiamente compensati però dal
successivo contenimento dei costi di gestione. L'adozione dell'impalcatura si rende necessaria in
quanto il precoce raggiungimento della forma definitiva fa sì che la pianta non sia in grado da sola
di reggere il peso della produzione dei primi anni.
Si sottolinea infine l'importanza della potatura verde, che con l'adozione di queste forme diventa
una pratica essenziale, per favorire l'equilibrio vegetativo tra le parti della chioma ed evitare
“l’impoverimento” eccessivo della parte inferiore della pianta.
POTATURA LUNGA
Il pesco è una specie con
portamento produttivo molto diverso dal
melo (il pesco produce unicamente sul legno
di 1 anno) e pertanto i principi di potatura
adottati ed ormai affermati nel melo non
possono venire trasferiti in blocco su
questa specie anche perché ciascuna
varietà, o meglio ogni gruppo varietale,
presenta una sua tipologia di
fruttificazione.
PIANTE VIGOROSE E
ASSURGENTI
Forma a candelabro, o in terreni meno fertili, quella ad U
PIANTE MEDIAMENTE
VIGOROSE
Forma ad U o in terreni meno fertili ad asse colonnare
PIANTE DEBOLI Asse colonnare
Forma di
allevamento
Distanza fra piante
(m)
Distanza fra file
(m)
N° piante/ha
Asse colonnare 1,3 – 1,6 4,30 – 4,50 1800 - 1400
U 2 – 2,20 4 – 4,30 1250 - 1050
Candelabro 2,5 - 3 4 – 4,30 1000 - 780
6
Vi possono però essere alcune
eccezioni varietali (gruppo Big Top) nei quali
una potatura di tipo lungo è praticabile pur
tuttavia con alcune limitazioni importanti
rispetto al melo.
Evitare un’impalcatura troppo alta come
avviene per il melo, e non eliminare
completamente tutte le branche più
vigorose basali: ciò in particolare su
varietà vigorose che “scapperebbero” in
punta.
Evitare la piegatura della cima che
provocherebbe solamente un
ombreggiamento ulteriore delle parti
sottostanti ma alleggerirla dai rami più
vigorosi.
Sulle varietà più vigorose risulta di
fondamentale importanza l’esecuzione
della potatura post-raccolta: questa
operazione, che non vuole essere una
potatura definitiva, richiede un tempo
modesto di esecuzione ma con innegabili
benefici sia per il contenimento della
vigoria nella stagione successiva, sia per
la maturazione del legno e delle gemme.
Evitare di effettuare “pulizie” dei rami
vicini al tronco i quali, anzi, vanno
mantenuti per evitare l’allontanamento
della produzione dal centro.
Evitare, con maggiore tempestività che
nel melo, l’invecchiamento delle
formazioni fruttifere.
Ricordare sempre che, mancando nel
pesco la possibilità di un diradamento
chimico, un primo importante
diradamento avviene già con la potatura
invernale.
Come già ricordato è fondamentale, per
questo tipo di potatura, partire con una
giusta combinazione portinnesto/varietà.
PUNTI FONDAMENTALI DELLA
POTATURA
La forma di allevamento
La forma adottata deve essere
compatibile con la vigoria della pianta.
Tipologia varietale
Come già è stato accennato, nel
pesco, per ottenere una produzione
adeguata sia dal punto di vista
quantitativo che qualitativo, è
fondamentale rispettare le
caratteristiche produttive di ciascuna
varietà le quali, per semplificazione
sono state suddivise per gruppi (vedi
tab. 2).
Applicazione della potatura lunga
Nel caso di varietà che fruttificano su rami
lunghi (gruppo Rich) e di tipo assurgente,
bisogna praticare la normale potatura
(evitando però sempre raccorciamenti sul
legno dell’anno). In tal caso sarà
veramente indispensabile prevedere uno
o due passaggi di potatura verde, uno dei
quali già in epoca di diradamento dei
frutti.
La gestione della cima
Si ritiene che la piegatura non costituisca
la soluzione migliore come lo è invece per
il melo. Infatti da questa operazione in
genere ne consegue un ombreggiamento
delle parti inferiori e quindi è preferibile
7
gestirla con potatura verde a fine maggio,
oppure, dopo la raccolta, a fine estate.
Operazioni in verde
I passaggi in verde sono fondamentali, ed
il primo deve essere eseguito nella prima
metà di giugno asportando anche
manualmente i succhioni dorsali sorti in
seguito ai tagli invernali. In epoca ancora
precoce, generalmente entro la metà di
luglio, si dovrà ricorrere alle torsioni di
quelle branche basali assurgenti che
intendiamo mantenere: va da sé che nel
caso vi siano in alternativa rami migliori di
minor calibro è preferibile mantenerli ed
asportare i più vigorosi.
L’ultimo passaggio di potatura verde è
infine rappresentato da quello di post
raccolta di cui si è detto poco sopra.
FORME DI ALLEVAMENTO
- ESECUZIONE PRATICA -
ASSE COLONNARE
Materiale di partenza: preferibilmente piante
in vaso per la miglior disposizione dei rami
anticipati, ma possono andare bene anche
astoni e piante a gemma dormiente.
Rappresenta un'evoluzione del fusetto, in
questo infatti, la distanza tra le piante di 2,5
m, consentiva di formare un palco basale di
considerevole sviluppo, che risultava
peraltro di ostacolo alla meccanizzazione.
Nella parte superiore tale distanza lasciava
dei vuoti eccessivi lungo la parete, oppure
invitava a riempirli, formando in questo
caso un "cappello" che deprimeva la
produttività della parte sottostante.
Con l'asse colonnare si riduce la distanza a
circa 1,5 m (tab. 1). In questo modo la parte
alta della chioma può essere mantenuta
aderente all'asse senza perdere in
produttività. Le branche basali risultano più
corte e aperte, eliminando dall’inizio
formazioni vigorose. Nella parte inferiore la
produzione avviene su branchette fruttifere
inserite direttamente sulle branche (assenza
di sottobranche), mentre in alto i rami
fruttiferi sono inseriti direttamente sull'asse
centrale. Va ribadita l'importanza di
eliminare formazioni vigorose poste nella
parte alta della pianta, la cui presenza
determinerebbe l'ombreggiamento e
quindi la morte dei rami sottostanti.
La formazione dell'asse colonnare a partire
dai diversi tipi di materiali di impianto risulta
molto semplice a condizione che vengano al
più presto eliminate tutte le formazioni più
vigorose.
L'altezza definitiva si aggira su 3,5 m e si
ottiene con un taglio di ritorno eseguito dalla
fine del IV anno, comunque sempre sul legno
di 2 anni; nel caso di alberi molto vigorosi il
taglio può essere anticipato ad allegagione
avvenuta (fine maggio).
FORMA AD U (a due assi verticali)
Materiale di partenza: preferibilmente da
gemma dormiente; si parte da una sola
gemma il cui germoglio viene in seguito
cimato praticando una “pinzatura” (effetto
cydia molesta) in modo da favorire lo sviluppo
di due gemme sottostanti che daranno origine
8
alle due branche future.
Invece, l’utilizzo di entrambe le gemme
innestate in genere determina un non
uniforme sviluppo delle due branche.
L'impostazione è in generale quella della Y
longitudinale, molto diffusa nel nostro areale;
si differenzia però per l'andamento verticale e
non obliquo delle due colonne
Vantaggi:
Miglior intercettazione luminosa, senza
rischio d'incrociare le due cime.
Miglior utilizzo dello spazio disponibile per
ciascun asse.
Unico limite
Esecuzione un po’ complessa nei primi
due anni d’impianto, compensata però
da un alleggerimento delle operazioni
negli anni successivi.
Punti fondamentali:
Apertura delle due branche con fissaggio
al I filo a 80 cm.
Eliminazione di eventuali sottobranche
troppo vigorose.
Legatura della colonna al secondo filo,
allo scopo di dare un andamento verticale
e sostegno all'asse ancora debole.
CANDELABRO (a tre assi verticali)
Materiale di partenza: gemma dormiente o
astone.
Questa forma, già proposta in precedenza
ma poco diffusa a causa della sua
complessità nella fase di allevamento, oggi
viene ripresentata in quanto ben si addice
nelle situazioni con piante particolarmente
vigorose.
Vantaggi:
Ben adattabile a varietà vigorose o in
condizioni che comunque inducono
vigoria della pianta
Massimo utilizzo della parete produttiva
Basso investimento di piante (minor costo
d'impianto)
Unico limite
Complessità di esecuzione nei primi due
anni
Punti fondamentali:
Scelta delle due branche (le future
colonne laterali) che dovranno essere le
più vigorose, mentre la centrale, che
comunque risulterà agevolata nello
sviluppo, in questa fase non dovrà
prendere il sopravvento, e dovrà essere
la più debole.
Legatura delle due branche laterali al I filo
(90-100 cm) ed eliminazione di eventuali
rami vigorosi posti nella parte alta.
Legatura al II filo delle due colonne già
sviluppate ed anche dell'asse centrale.
Operare sui tre assi con le stesse
modalità indicate per l'asse colonnare
Successivamente si potrà posizionare un
terzo filo, o più economicamente rialzare
il primo nel caso non serva per sostenere
l'impianto irriguo.
Al raggiungimento dell'altezza desiderata
effettuare il taglio di ritorno sempre e solo
su legno di due anni.
9
Tabella 1: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo
GRUPPO CULTIVAR RAMI
FRUTTIFERI INTERVENTI DI POTATURA ESEMPIO GRAFICO
Gruppo Rich
- Rich Lady
- Ruby Rich
-Vista Rich
- Summer Rich
- Early Rich
Rami misti
lunghi
(60 - 100 cm)
Potatura corta
Eseguire un taglio di ritorno sulle
branchette di 2 anni lasciando 2
rami lunghi (60 – 100 cm) cercando
di mantenere la produzione il più
possibile vicino al tronco.
Data l’elevata vigoria ed il
portamento assurgente sono
essenziali gli interventi dopo la
raccolta (tagli di ritorno) e quelli in
verde.
Gruppo Rome
Star
- Diamond
Princess
- Rome Star
- Elegant Lady
- Red Moon
- Summer Lady
- Zee Lady
- Sweet Red
- Maria Bianca
- Michelini
- Rosa del West
-Alipersiè
- Alirosada
- Alibianca
Rami misti
medi
(30 - 60 cm)
Potatura di media intensità
Eseguire un taglio di ritorno sulle
branchette di 2 anni lasciando 3-4
rami misti medi.
Nettarine
- Amiga
- Caldesi 2000 -
Nectaross
- Flavortop
- Maria Aurelia
- Max
- Orion
- Stark Redgold
- Sweet Lady
- Venus
- Silver Giant
- Magique
- Alitop
- Big Top
- Diamond Ray
Rami misti
corti e
mazzetti di
maggio
Potatura lunga
· Si selezionano le
branchette di 2 anni,
cosidette “cravatte”, le
quali vanno alleggerite dai
brindilli in eccesso e
eventualmente accorciate
in funzione del loro grado
di esaurimento e
dell’ottimale rinnovo
vegetativo.
· Si asportano i rami misti
vigorosi, lasciandone uno
alla base per il rinnovo.
· Si eseguono tagli di
ritorno sulle branche di 3
- 4 anni, per diradare il
numero di branchette
fruttifere.
10
Tabella 2: Comportamento produttivo delle diverse cultivar
Potatura di produzione del pesco
Cultivar Tipo Vigore Rami fruttiferi su cui
indirizzare la produzione Osservazioni
Amiga* NG Medio-scarso Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Alitop* NG Medio-elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Big Top® Zaitabo* NG Elevato Rami misti medi (40-80 cm),
brindilli
Germogliamento e fioritura precoci
Caldesi 2000*Superqueen® NB Elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Diamond Ray* NG Elevato Rami misti medi (30-60 cm),
brindilli
Flavortop NG Elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Maria Aurelia NG Elevato Mazzetti di maggio, brindilli
Max* NG Elevato Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Nectaross NG Scarso
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Orion* NG Elevato Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Stark Redgold NG Medio-elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Magique® Maillarmagique* NB Elevato Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Silver Giant* NB Elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Sweet Lady* NG Medio Rami misti corti, brindilli
Sweet Red* NG Medio Rami misti medi (30-60 cm)
Venus* NG Elevato
Rami misti corti, brindilli,
mazzetti di maggio
Diamond Princess* PG Medio-Elevato Rami misti medi (40-80 cm)
Early Rich® Zairiala* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm) Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Red Moon* PG Medio, portamento
aperto
Rami misti medi e lunghi (40-80
cm)
Rich Lady* PG Elevato Rami misti lunghi e medi (60-100
cm)
Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Rome Star* PG Medio Rami misti medi e lunghi (40-80
cm)
Ruby Rich® Zainoar* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm) Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Summer Lady* PG Medio Rami misti medi e lunghi (40-80
cm)
Summer Rich* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm) Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Vista Rich® Zainobe* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm) Favorire il rinnovo vegetativo nella
parte basale della pianta
Zee Lady® Zaijula* PG Medio Rami misti medi e lunghi (40-80
cm)
Alipersiè* PB Medio-elevato Rami misti medi (30-60 cm)
Alirosada* PB Medio-elevato Rami misti medi (30-60 cm)
Aliblanca* PB Medio-elevato Rami misti medi (30-60 cm)
Michelini PB Medio-elevato Rami misti medi (30-60 cm)
Rosa del West* PB Medio-elevato Rami misti medi (30-60 cm)
Legenda
® marchio registrato
* protezione brevettuale
NG: nettarina a polpa gialla
NB: nettarina a polpa bianca
PG: pesca a polpa gialla
PB: pesca a polpa bianca
11
ACTINIDIA:
CONSIDERAZIONI SUL
CARICO PRODUTTIVO
DA MANTENERE DURANTE
LA POTATURA INVERNALE
Come si ricorderà l’inverno scorso è
stato caratterizzato da un prolungato
abbassamento di temperature culminato,
qualche giorno prima di Natale con punte
record di -18/-20° C.
Ad ora, fortunatamente le temperature
non hanno raggiunto questi minimi anche se
comunque i primi freddi importanti (-10/-12° C)
si sono registrati precocemente: tuttavia,
proprio sulla base della trascorsa esperienza,
si raccomanda di non trascurare la potatura
addirittura lasciando, come qualcuno ha fatto
lo scorso anno, le piante da potare; infatti il
risultato conseguito è stato sì di avere un po’
più di produzione ma di pezzatura quasi
sempre scadente a causa dell’ impollinazione
insufficiente; inoltre le piante, così mal gestite,
si trovano attualmente in condizioni tali da
rendere problematica la potatura secca di
quest’inverno.
Tutt’al più, in base al livello di rischio si
potrà valutare di lasciare un 20% di rami in
eccesso provvedendo poi, al termine del
periodo pericoloso per le gelate tardive, alla
loro legatura sui fili laterali migliorando la loro
disposizione.
ACTINIDIETO A “PERGOLETTA ALTA”:
CARATTERITICHE DEGLI IMPIANTI, LA
FASE DI ALLEVAMENTO E INDICAZIONI
PER LA POTATURA DI PRODUZIONE
Questa tipologia d’impianto ideata per
limitare il danno derivante dalle gelate
primaverili nelle zone storicamente più fredde
si sta diffondendo in altre parti del territorio in
quanto di facile gestione e con una
produzione superiore ai classici impianti a
pergoletta bassa.
Aumentando l’altezza delle piante e di
tutta la struttura impiantistica dai classici 1,80
– 2,0 m a 3 - 3,3 m si è riusciti a ridurre il
problema del gelo in quanto, come è noto,
specie nelle gelate tardive per irraggiamento,
il freddo colpisce la parte medio bassa della
pianta risparmiando quella superiore.
Dalle osservazioni fatte su impianti
di 5 – 6 anni è emerso che mantenere
tralci di lunghezza di circa 1,5 m, oltre ad
aumentare il carico produttivo, infonde alla
pianta un maggior equilibrio rispetto alla
classica pergoletta che si concretizza in
una ridotta emissione di ricacci estivi con
conseguente semplificazione di tutta la
gestione dell’impianto; inoltre, confrontando
la resa produttiva con un impianto di
confinante di pari età ma condotto a
pergoletta tradizionale, nel 2010 si è
ottenuto un incremento di circa 50 q, pari
cioè a +20%: come contro partita va però
tenuta in debito conto la necessità di
ricorrere, per tutte le operazioni, al carro
raccolta, anche se il suo utilizzo viene
comunque ormai dato per scontato nella
potatura invernale anche negli impianti
tradizionali.
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO
Sesto d’impianto: Distanza tra le file pari a
4,5 metri e tra le piante 3,7 - 4 metri con una
densità media di 600 piante /ha.
Rapporto piante maschili/femminili: 1 a
4 poste nel sesto d’impianto. Sono altresì
12
possibili altre soluzioni del tipo 1 pianta
maschile ogni 4 posta in coppia alla
femminile ad un solo cordone, oppure 1
pianta maschile ogni 2 fuori sesto ma
col senso del cordone perpendicolare al
filare.
Palificazione: E’ necessaria una struttura
robusta in grado di sopportare il carico
dell’impianto e l’eventuale azione del
vento. La sezione dei pali in cemento
deve essere non inferiore agli 8 x 8 cm
con una lunghezza complessiva di 4 metri
e la loro disposizione è prevista, come per gli
impianti tradizionali, in mezzo ad ogni
pianta. Su ciascun palo viene inoltre
sistemata una traversa di 1,8 m atta a
sostenere i due fili laterali: la lunghezza
della traversa non deve mai scendere
sotto 1,5 m in quanto le operazioni di
raccolta diventerebbero difficoltose per
l’insufficiente disposizione di spazio per il
raccoglitore.
GESTIONE NELLA FASE DI
ALLEVAMENTO
Impianto e gestione al primo anno: per una
rapida formazione dei cordoni già al primo
anno, si dovranno preferire piante di 2 anni
impiantate a radice nuda in primavera.
Appena messe a dimora, ad inizio aprile,
dovranno essere ribattute ad altezza petto
d’uomo (1,5 m) e successivamente, nel mese
di luglio cimate ulteriormente a 20-30 cm sotto
il filo centrale. In seguito a questo secondo
taglio si svilupperanno 2 getti i quali
rappresenteranno i futuri 2 cordoni. Durante
l’inverno si procederà con la legatura sul filo
centrale di questi e con eliminazioni di tutti i
rami anticipati presenti.
La doppia ribattuta dell’astone risulta
essenziale per rinforzare l’apparato
radicale e favorire il miglior sviluppo della
pianta.
Gestione al secondo anno: La conduzione
al secondo anno d’impianto è finalizzata al
miglior sviluppo dei 2 cordoni. Tutte le
branche che partono da questi il cui diametro
è inferiore al 30% dei 2 cordoni, dovranno
essere mantenuti e allevati nel corso della
stagione in modo che si arrivi alla loro
legatura sui fili esterni. Con questo tipo di
gestione si giungerà alla potatura a secco con
una pianta già organizzata sulla quale si
dovranno eliminare i rami più vigorosi
concorrenti dei cordoni principali.
FASE DI PRODUZIONE
Gestione al terzo anno: L’impianto al terzo
anno di età risulta produttivo anche se la
piena produzione si raggiungerà poi al
successivo quarto anno. In seguito alla
potatura a secco del secondo anno si
procederà con la legatura di tutti rami sui fili
esterni (fig. 1), operazione che necessita di
almeno 50 ore/ettaro. Nel corso della
stagione vegetativa non s’interverrà più con
la potatura estiva se non con un passaggio
meccanico prima dello stacco dei frutti al fine
di consentire il passaggio del carro raccolta.
Come già avviene negli impianti tradizionali,
risulta di fondamentale importanza
l’asportazione, attraverso lo strappo, dei
germogli vegetativi (succhioni) prima della
fioritura, operazione questa che dovrà essere
eseguita naturalmente con il carro raccolta a
cui seguirà un eventuale passaggio dopo
fioritura.
Potatura a secco: nel corso di questa si
andranno ad eliminare tutti i rami che sono
stati produttivi (fig. 2) lasciando le branche
dell’anno che manifestano una buona
lignificazione e almeno 15 gemme.
13
Fig.1: Legatura dei tralci sul filo esterno
Gestione dal quarto anno in poi: prima della
ripresa vegetativa dovrà essere realizzata la
legatura dei tralci sui fili esterni, operazione
che favorirà la circolazione del polline e la
fase della fecondazione in quanto con
branche opportunamente distribuite sui fili
esterni si eviterà la sovrapposizione dei
fiori.
Al fine di garantire un corretto equilibrio
vegeto–produttivo, sarà necessario
aumentare gli interventi di “potatura
verde”: se al terzo anno successivamente
al passaggio pre-fiorale non era più
necessario effettuare ulteriori passaggi
estivi ad eccezione del passaggio
meccanico prima della raccolta dal quarto
in poi si dovrà prevedere, oltre all’intervento
prima della fioritura, almeno un intervento
post–fiorale (inizio–metà luglio) avente lo
scopo di rimuovere i succhioni sviluppatosi dai
cordoni.
Potatura a secco: valgono le
considerazioni fatte per il terzo anno:
l’obiettivo consiste nel selezionare 20 – 25
rami dell’anno ben lignificati e eliminare le
formazioni troppo vigorose (fig. 3) che si
dipartono dal cordone.
Fig. 2: Taglio da effettuarsi durante la
potatura a secco.
Fig. 3: Eliminazione di una branca troppo
vigorosa.
Fig. 4: Esito della potatura di produzione.
14
OSSERVAZIONI SULL’IMPIANTO DI FIG.4:
Sono state mantenute le branche dell’anno e
sono state eliminate quelle che avevano già
prodotto proprio per migliorare la luce interna
e la circolazione del polline: naturalmente
questo è il risultato di una graduale ma
costante eliminazione radicale delle
formazioni troppo vigorose che si dipartivano
dal cordone. Come ricordato Il numero di tralci
da selezionare va da 20 a 25 in modo da
garantire una produzione di circa 250-300
qli/ettaro. Anche i rami spur sono stati
eliminati in modo da favorire il miglior
passaggio della luce e di conseguenza una
miglior aerazione dell’impianto. Così agendo
non solo si favorisce la maturazione del legno
ma anche la circolazione del polline risulta
favorita tutto a vantaggio di una maggiore e
migliore fecondazione che si traduce a sua
volta in un aumento della qualità alla raccolta.
IL METODO PERGOLETTA tipo
"PEYRACCHIA"
Coltivata in Piemonte, in particolare nel
cuneese da quasi un trentennio, l’actinidia non
ha subito grossi mutamenti per quanto
riguarda la forma di allevamento: infatti la
pergoletta; che ha rappresentato la sua
iniziale forma adottata, continua ad esserla
tuttora, eccezion fatta per alcuni impianti
allevati a GDC (Genere Double Courtain), di
cui si dirà più approfonditamente nell’apposito
capitolo; ciò perché nella sua semplicità ben si
addice al portamento lianoso della pianta. Nel
corso degli anni sono però avvenute alcune
variazioni riguardanti il concetto di potatura in
particolare nella scelta dei rami produttivi.
Questa svolta avvenuta agli inizi degli
anno ’90 è stata subito battezzata “sistema
Peyracchia” derivata dal nome di due fratelli di
Verzuolo che l’hanno ideata. Per la verità
questo sistema non riguarda unicamente la
potatura bensì la conduzione della pianta in
senso lato. Infatti, in precedenza gli impianti di
kiwi manifestavano in generale un vigore
eccessivo, esaltato dal nostro clima estivo
che, senza gli eccessi di calore tipici di altre
zone di produzione, favorisce ulteriormente lo
sviluppo vegetativo anche in quel periodo.
Una diminuzione nell'apporto di elementi
nutritivi e della quantità d'acqua distribuita,
specialmente da fine luglio in poi, hanno
contribuito a contenere il vigore dell'albero.
In tale situazione è diventato possibile
modificare anche il sistema di potatura, non
più basato come in precedenza su formazioni
di rinnovo ma sul mantenimento di un giusto
equilibrio fra legno vecchio e rami di nuova
emissione .
Nel corso di questo capitolo saranno
presentati i punti fondamentali di questo
metodo che, se ben applicato, ha dimostrato
di raggiungere, nelle condizioni del nostro
areale, livelli produttivi più elevati con una
sensibile riduzione nei tempi di lavoro.
GLI SCOPI
Questa tecnica è finalizzata a:
Ridurre la percentuale di frutti difettosi che
generalmente si trovano sulle formazioni
fruttifere vigorose.
Mantenere la produzione più prossima ai
cordoni.
Migliorare la condizioni in cui avviene
l'impollinazione sia favorendo
l'intercettazione del polline da parte delle
piante femminili, sia regolarizzando la
potatura delle piante staminifere.
La realizzazione di questo tipo di
potatura presuppone che nel frutteto siano
soddisfatte alcune condizioni, senza le quali
la sua adozione apporterebbe scarsi benefici
se non addirittura effetti negativi e che
mantengono tuttora la loro validità.
1. La pianta deve possedere un giusto
equilibrio vegeto-produttivo.
Rispetto ai primi anni di coltivazione si è
assistito ad una drastica riduzione degli
apporti fertilizzanti, in particolare
azotati. Riguardo alle quote di
restituzione, si faccia riferimento alla
tabella del capitolo "fertilizzazione".
15
L'altra componente importante per il
raggiungimento di uno stato equilibrato
della pianta, è una razionale gestione
dell'irrigazione. Riguardo a questa
pratica, pur riconoscendone l'insostituibile
funzione per ottenere una produzione con
pezzatura soddisfacente, essa dovrà
venire gestita in modo da fornire il corretto
apporto idrico, in particolare nelle fasi di
maggior esigenza (fioritura e successivo
accrescimento dei frutti) senza incorrere in
eccessi. Si ricordi che concimazioni e
irrigazioni sono riconosciuti come i
principali responsabili dell’incidenza di
alcune patologie, botrite in particolare, di
post-conservazione.
2. La condizione più importante per
assicurare un buon livello qualitativo della
produzione è rappresentata
dall’impollinazione. Per il suo
conseguimento è necessario disporre di
un numero sufficiente di maschi (piante
staminifere), che dovrebbero essere
presenti in rapporto non inferiore a 1:3 -
1:4 rispetto alle piante femminili e
distribuiti su tutte le file. La pratica di
disporre le piante maschili vicino a quelle
femminili (20-25 cm) e allevare solo un
cordone per pianta può migliorare le rese
produttive del frutteto senza creare
"stress" alle piante. Questa tecnica
consente di aumentare i punti di
impollinazione senza compromettere il
numero di piante femminili ad ettaro.
Negli impianti già in atto nei quali la
presenza di impollinatori risultasse
carente, il rimedio a più pronto effetto
consiste nel praticare una serie di innesti
sulle piante femminili fino a raggiungere la
giusta densità di impollinatori. L'innesto, a
spacco o a corona, eseguito a maggio
quando si considera finito il periodo
dell'abbondante emissione linfatica, si
localizzerà su una branchetta all'interno
della chioma: il germoglio che si
svilupperà dovrà in seguito trovare spazio
adeguato nella parte di pianta
assegnatagli.
3. Per garantire una sufficiente ventilazione,
indispensabile per assicurare una valida
impollinazione, le distanze d'impianto
dovranno essere adeguate a tale
esigenza. La distanza minima fra i filari
non dovrebbe essere inferiore ai 4.5 metri
e 4 metri quella fra pianta e pianta.
Con piante da meristema le distanze sono
di 4.5 x 3.5 metri.
Un ruolo importante è giocato dalla
potatura verde, specialmente nella fase
pre-fiorale, migliorando il passaggio del
polline verso i fiori femminili.
4. Presenza di un numero adeguato di
alveari opportunamente preparati. La
presenza di api svolge sempre un'azione
positiva, tanto più evidente quanto più
difficili sono le condizioni in cui si svolge la
fioritura. Il numero di arnie deve essere di
8-10 per ciascun ettaro; tuttavia l'aspetto
quantitativo è secondario rispetto al tipo di
famiglie presenti, alla loro preparazione ed
alla presenza di trappole per il polline.
Negli ultimi anni si è assistito ad una
diffusione delle tecniche di impollinazione
artificiale, utilizzando o direttamente il
polline del proprio impianto, od
acquistandolo opportunamente preparato.
I risultati sono tanto più interessanti
quanto più sono sfavorevoli le condizioni
per una normale impollinazione, che
possono dipendere dal clima o dalla
stessa tecnica colturale, che dunque dovrà
sempre essere accurata.
5. Le piante dovranno possedere due
cordoni distinti e ben conformati,
oppure, come precedentemente
accennato, uno solo in modo da costituire
una struttura permanente della pianta
assieme ad un buon numero di branchette
semipermanenti di 2-3 anni.
I PUNTI FONDAMENTALI PER LA
REALIZZAZIONE DELLA POTATURA
"PEYRACCHIA"
1. Pianta in equilibrio vegeto-produttivo
2. Cordoni centrali ben distinti:
generalmente sono due, uno per parte;
16
recentemente si tende ad allevarne uno
solo, riducendo le distanze in modo da
eliminare ogni cimatura iniziale con minor
rischio di insediamento di patogeni,
3. Adeguato numero di branchette
semipermanenti (rinnovate
periodicamente);
4. Rinnovo vegetativo (si ottiene lasciando
fino al 30-40% di rami medio-lunghi);
5. Carico di gemme adeguato
Es. con sesto d'impianto di 4,5 x 4,5 m:
Zone a rischio di gelo senza antibrina:
550-600 gemme per pianta (120-130
gemme x m lineare)
Zone normali: 400-450 gemme per
pianta (100-110 gemme x m lineare)
6. Potatura di produzione invernale
Rami da lasciare:
Rami spur
Rami medi
Rami lunghi (solo se maturi e con
gemma apicale): è consigliabile
l’asportazione delle prime due gemme
apicali.
Rami da eliminare:
Succhioni
7. Disinfezione dei tagli
Allo scopo di evitare infezioni che
conducono ai ricorrenti disseccamenti
rameali è consigliabile, dopo la potatura,
effettuare spennellature con prodotti a
base di catrame o paste ricoprenti sulla
superficie di taglio delle branche di
maggiori dimensioni: i tagli sul cordone
devono essere sempre rasi senza alcun
moncone.
8. Legatura
Consiste nel disporre i rami legandoli sui
fili laterali della pergola, evitando
sovrapposizioni e creazione di zone
d'ombra.
9. Potatura verde: indispensabile!
Pre-fiorale: eliminazione di tutti i
succhioni assurgenti.
Post-fiorale:
Estiva: Selezione dei rami da rinnovo
ed eliminazione dei germogli vegetativi
fuori della pergola. E’ possibile
effettuare delle torsioni per indebolire i
rami assurgenti.
Nota bene: non si devono eliminare
tutti i rami vegetativi, bensì ne vanno
lasciati un certo numero (specie su
piante da meristema) per mantenere
un giusto rinnovo.
IMPORTANTE: Evitare di effettuare
spuntature dei rami fruttiferi.
TIPI DI RAMI
Affinché risulti più agevole la
comprensione di questo nuovo approccio alla
tecnica di potatura tornerà certo d'utilità
prendere in considerazione i tipi di rami che si
possono trovare e la loro utilizzazione.
RAMO "SPUR"
Descrizione
Piccolo ramo di 1 anno di circa 10 cm, con
1-2-3 gemme a fiore vicine fra loro; in taluni
casi le sue gemme al primo anno
originano un altro ramo vegetativo.
Si forma da gemme avventizie situate sul
cordone centrale o su legno di 2-3 anni,
oppure da gemme stipulari, in seguito a tagli
invernali o estivi.
Giudizio
In passato trascurati o addirittura eliminati,
oggi vengono tenuti nella massima
considerazione per la buona qualità dei frutti
prodotti e per rappresentare la base di
rinnovo delle branchette.
Tuttavia in condizioni particolari possono
andare incontro a disseccamento.
Per ridurre tale rischio è necessario favorire
la loro maturazione attraverso idonee
operazioni di potatura estiva.
RAMI FRUTTIFERI
Descrizione
Sono rami caratterizzati da gemme ascellari e
da una doppia gemma ascellare terminale a
seconda della loro lunghezza e vigore si
distinguono in:
Ramo corto (20-30 cm)
Ramo medio (40-50 cm)
17
Ramo lungo (1-2 m)
Prendono generalmente origine dal cordone o
in seguito a tagli di grosse branche.
Giudizio
Sono rami da tenere in considerazione nella
potatura "Peyracchia", in particolare i rami
corti e medi, in quanto dotati di buona fertilità
(i frutti migliori si ottengono dalle gemme
apicali), ma nel complesso mantengono lungo
tutto l'asse del ramo un buon livello
qualitativo.
Per ricavarne la massima efficienza
evitarne il raccorciamento durante la
potatura estiva.
RAMO VEGETATIVO
Descrizione
Il succhione è un ramo vigoroso con
lunghezza di 2 o più metri e porta 15-20
gemme molto distanziate e depresse. NON
TERMINA con la gemma apicale, quindi è
soggetto a continua crescita.
Si origina dal cordone o su rami di 1 o più
anni, in seguito a tagli drastici.
Giudizio
E' un ramo non idoneo alla produzione, in
quanto solo le gemme mediane sono
fruttifere; i frutti che ne derivano non sono
comunque sempre di buona qualità; in
presenza di altre formazioni legnose, dunque,
va eliminato, o meglio non si devono creare le
condizioni che ne favoriscono la formazione.
ESECUZIONE PRATICA
La potatura con il metodo “Peyracchia” pone a
pari livello d’importanza la potatura verde ed
invernale in quanto entrambe si pongono
l’obbiettivo di migliorare l’intercettazione
luminosa e l’ombreggiamento della chioma.
POTATURA PRE-FIORALE
In questa fase più che di potatura vera e
propria, si tratta di eliminare i succhioni
originati dai tagli invernali o da piegature e
che, se lasciati, ostacolerebbero il movimento
naturale del polline. Il taglio deve essere raso.
Dunque un'operazione semplice ma di grande
efficacia. Va ricordato che si deve evitare la
cimatura dei germogli allo scopo di favorire il
loro naturale arresto.
Anche in questo caso vanno evitate le
spuntature o raccorciamenti dei germogli
anche se, come a volte accade, possono aver
originato qualche frutto dalle gemme basali.
POTATURA POST-FIORALE
Consiste essenzialmente nell'asportazione dei
succhioni che si sono ulteriormente formati
dopo il passaggio pre-fiorale. Se sono
presenti dei succhioni sul cordone centrale, è
consigliabile comunque mantenerli,
effettuando una torsione che ne riduca la
crescita e ne favorisca la maturazione.
POTATURA ESTIVA
La potatura di questo periodo assume
importanza ancora maggiore rispetto al
metodo tradizionale. Infatti risulta
fondamentale l'operazione di eliminazione dei
succhioni o di rami vigorosi che ombreggiano
il cordone. La loro presenza infatti oltre ad
ostacolare nuovi ricacci dal cordone stesso,
impedirebbe la maturazione del legno dei rami
corti e spur i quali, come si è detto, assumono
grande importanza in questo tipo di potatura.
Si raccomanda di evitare la cimatura dei
germogli fruttiferi esterni alla pergola, in modo
da ottenere un numero adeguato di rami
piccoli e medi per l'anno successivo. Per tale
ragione si sconsiglia o si raccomanda la
massima cautela nell’adottare la potatura
meccanica (vedi capitolo).
Va ricordato che nel taglio di agosto deve
essere lasciato un buon numero di "rami
lunghi" o, in loro assenza, di qualche
succhione per il rinnovo delle branchette
(su di esso si potrà praticare una torsione
allo scopo di controllarne il vigore).
I tagli vanno fatti sempre rasi per evitare il
disseccamento dell'eventuale moncone o
l'emissione di succhioni inutilizzabili.
18
POTATURA INVERNALE
Innanzitutto si deve abbandonare la
consuetudine abbastanza diffusa che consiste
nell'accorciamento dei rami dopo la raccolta.
Tale operazione, infatti, potrebbe privare la
pianta di quelle formazioni legnose utili per
questo tipo di potatura e provocherebbe
l'errata cimatura di rami con gemma apicale a
frutto, i quali invece dovranno essere lasciati
integri. La potatura consiste nell'eliminazione
di rami troppo vigorosi e di quelli che, con la
loro disposizione, ombreggerebbero il
cordone. Se si dovesse comunque mantenere
qualche ramo vigoroso (ramo lungo) per
assicurare un certo rinnovo, è necessario
conservare i rami misti che già hanno prodotto
e che costituiscono il suo prolungamento
naturale; tutt’al più questi ultimi potranno
essere raccorciati.
Come avviene nella potatura tradizionale, si provvederà alla legatura dei rami al filo, disponendoli
uno ad uno, dando loro uno spazio di 20-30 cm. Tale operazione consentirà di mantenere più
branchette senza sovrapposizione, rendendo più agevole l'impollinazione. La piegatura può essere
attuata solo in casi eccezionali (fase di riconversione), ed ovviamente solo per i rami più vigorosi.
IMPORTANTE
RINNOVO
Per evitare un invecchiamento della pianta
occorre mantenere un rinnovo costante tutti gli
anni, avendo cura di eliminare alcune
branchette di 3-4 anni a favore di rami lunghi;
le branchette devono essere eliminate con
taglio raso vicino al cordone. Se nello sviluppo
della branchetta si trovano dei rami spur, il
taglio può essere effettuato in corrispondenza
di questi. Effettuare la disinfezione dei tagli
con paste cicatrizzanti.
CALCOLO DELLE GEMME
Per evitare spiacevoli sorprese finali
procedere, dopo la potatura delle prime
piante, al conteggio delle gemme rimaste.
Verranno lasciate, come nella norma, 100
gemme per m lineare corrispondenti a 450 per
pianta (sesto 4,5 x 4,5 m); considerando uria
fertilità delle gemme del 50% e con una
produzione di 3 frutti per gemma, la
produzione risulterà essere di 70-80 kg per
pianta, pari a 290 q/ha. Produzioni superiori e
dunque numero di gemme più grande
possono essere pregiudizievoli di una
pezzatura soddisfacente.
POTATURA DELLE PIANTE STAMINIFERE
(MASCHI)
Anche la potatura delle piante maschili deve
essere modificata con operazioni più razionali,
tendenti cioè al raggiungimento di un buon
equilibrio della pianta: infatti si procederà
cercando di portare la struttura su due cordoni
ben sviluppati, evitando i raccorciamenti dei
rami, bensì lasciando una certa quantità di
RAMI DA UTILIZZARE
Spur Piccoli Medi Lunghi Succhioni
SI SI SI SI: solo alcuni per la ricostituzione
delle branchette NO
19
rami misti su legno, cioè di 1 o 2 anni, in modo
da consentire uno sviluppo della pianta più
equilibrato a beneficio dell'impollinazione ed
eliminando i succhioni. Per quanto riguarda la
potatura verde essa dovrà essere attuata con
le stesse modalità indicate per le piante
femminili.
ALLEVAMENTO DI UN SOLO CORDONE
Recentemente in alcuni impianti si tende ad
allevare un solo cordone per pianta. La
distanza fra le piante può in questo caso venir
ridotta a 4 metri o nel caso di piante da
meristema a 3.5 metri. Questo sistema che si
ottiene lasciando sviluppare il futuro cordone
verso l’alto è sostenuto da una canna di 4
metri e a fine stagione viene piegato in modo
permanente sul filo centrale, evita di effettuare
qualche taglio che come è provabile risultano
essere poi fra i responsabili della carie del
legno
FORMA GDC (Genere Double Courtain)
Questa forma è abbastanza diffusa in Emilia
Romagna, in particolare nel faentino da dove
ha preso origine.
Nell’areale cuneese ha iniziato a fare la sua
comparsa qualche anno fa in quanto alcuni
frutticoltori sono stati allettati dalla speranza di
aumentare la resa produttiva delle piante nei
primi anni di allevamento e, successivamente,
in piena produzione. Dalle prime osservazioni
risulta al momento che questa forma da noi ha
soddisfatto solo la prima condizione, ma per la
resa produttiva in piena produzione parrebbe
che i risultati non si discostino da quelli di un
impianto a pergoletta ben condotto. Per
quanto riguarda invece l’esposizione dei frutti
alla luce sembra che con il GDC venga
migliorata. Con questo sistema si aumenta la
densità d’impianto arrivando a 2000-2200
piante/ha con sesto d’impianto di 1 x 4,5
metri.
REALIZZAZIONE
Il materiale di propagazione che viene
impiegato è rappresento da astoni o più
spesso da piante micropropagate ben
sviluppate e la realizzazione della pianta viene
eseguita nei primi anni nel seguente
modo:
1. viene praticata la spuntatura dell’astone a
70-100 cm di altezza da terra;
2. si seleziona a primavera il germoglio più
vigoroso assicurandolo ad uno spago di
sostegno collegato al filo superiore in
modo che si possa sviluppare liberamente;
3. si effettuano sul germoglio centrale una
serie di cimature in numero diverso a
seconda che le piante siano da talea
oppure da micropropagazione. Nel primo
caso si esegue una spuntatura eliminando
all’altezza di circa un metro e mezzo
l’apice vegetativo per irrobustire la freccia.
Se invece sono state utilizzate piante da
micropropagazione si effettuano 4
interventi entro i 160 cm di altezza; se in
vivaio sono stati effettuati i primi tre
interventi, si interviene in campo ad un
metro e mezzo circa di altezza asportando
l’apice vegetativo;
4. si seleziona quindi un solo germoglio e lo
si fissa al filo di sostegno come
20
precedentemente descritto;
5. si imposta alla fine di ottobre la doppia
cortina, piegando i germogli
alternativamente a destra ed a sinistra sui
due fili opposti all’altezza di 2 metri circa e
distanziati 75 cm dal centro del filare onde
avere due cordoni nella direzione dei venti
dominanti;
6. si eliminano quindi nella primavera
successiva tutti i germogli che si sono
formati nella curvatura del cordone e nei
primi 20 cm del tratto orizzontale del
cordone in quanto esercitano una
competizione indesiderata con il cordone
permanente;
7. quando i germogli originatisi sul cordone
permanente hanno raggiunto una
lunghezza di 20 cm circa vengono ribattuti
a 2-3 cm di lunghezza per evitarne la
rottura ed opera del vento e per favorire
l’emissione di nuovi germogli;
8. si interviene quindi nel secondo anno di
vegetazione con la potatura verde per
eliminare tutti i getti vigorosi che tendono a
prendere il sopravvento sugli altri presenti
sul cordone;
9. infine con la potatura secca si
asporteranno i tralci situati in posizione
dorsale e quelli interni al filare lasciando
invece i tralci di medio vigore distati circa
20 cm almeno uno dall’altro;
10. le piante maschili vengono allevate
assicurandole ad un filo posto a 110 cm
circa di altezza, lasciando coprire ad ogni
pianta staminifera 8 m di lunghezza.
Un’altra interpretazione del GDC che, pur
rispondendo alla finalità essenziale di
consentire ai frutti la massima intercettazione
luminosa, non richiede l’infittimento che
comporta la modalità vista precedentemente.
In questo caso invece si tratta di un impianto
con un sesto di 2.5 metri (fra le piante) per
4.5 metri (fra le file) nel quale viene praticata
la cimatura della pianta, allevati i due
cordoni che vengono condotti sui due fili
laterali indirizzati in direzione uno opposto
all’altro .
Da ciascun cordone vengono poi allevati
diversi tralci e lasciati penduli verso l’interfila.
PIANTE DA MERISTEMA
Molto diffuse in altre regioni italiane, nel
nostro areale questa tipologia di pianta ha
iniziato ad incontrare un certo favore solo
negli ultimi anni: si ottiene attraverso la
tecnica della micropropagazione, o
“moltiplicazione in vitro” che consente la
propagazione su vasta scala ottenendo un
elevato numero di piante che possono essere
prodotte in poco tempo.
Il materiale di partenza può essere di vario
tipo: segmenti di ramo o di radice, apici
meristematici ecc. da cui si ottengono micro
talee. Le piante da meristema sono
riconoscibili facilmente nei primi 2 anni di
vegetazione perché presentano foglie
allungate e vellutate, caratteristiche della “fase
giovanile”.
VANTAGGI
Maggior rusticità e quindi resistenza al
freddo nei primi anni di vita:
Vigoria più contenuta che si traduce nella
nostra realtà in un sensibile
alleggerimento nei tempi di lavoro richiesti
per la potatura verde
21
In presenza di materiale ben selezionato si
ha un prodotto più uniforme e di buona
pezzatura.
PROBLEMI
Necessità di ottimizzare le risorse idriche
con possibilità di adottare l’irrigazione
localizzata a spruzzo specialmente nei
terreni meno sciolti in quanto lo sviluppo
radicale meno esteso riduce la possibilità
di approvvigionamento idrico rispetto alle
piante da talea.
Adozione di una tipologia di potatura
invernale tendente a privilegiare
maggiormente il rinnovo vegetativo
rispetto alle piante da talea.
POTATURA MECCANICA
In questi ultimi anni si è assistito ad
una certa diffusione nell’utilizzo di particolari
attrezzature atte ad agevolare la potatura
verde.
Si tratta di speciali barre falcianti
portate dalla trattrice le quali, con particolari
movimenti, sono in grado di effettuare
accorciamenti dei succhioni, sia quelli posti
verticalmente sul cordone sia quelli che vanno
ad intersecarsi nell’interfila.
E’ bene subito chiarire che tale pratica,
che da molti è intesa come sostitutiva o quasi
della potatura verde se mal gestita, può
compromettere il futuro assetto della pianta.
Infatti, le spuntature dei tralci, specie in epoca
precoce, determinano un ulteriore riscoppio
vegetativo senza per altro determinare il
necessario sfoltimento ed arieggiamento
all’interno dei cordoni.
Risulta dunque compromessa la
possibilità di una buona intercettazione della
luce della pianta con conseguente assenza di
rametti tipo “spur” che come è noto sono quelli
che garantiscono frutti di buona qualità
mantenendo l’assetto produttivo al centro
della pianta stessa e non all’esterno come
invece si dovrebbe avere.
In conclusione l’applicazione della
potatura meccanica in verde sull’actinidia può
essere di qualche utilità, nelle aziende con un
certo investimento nella superficie a Kiwi, solo
come ausilio nel consentire l’accesso ai mezzi
per eventuali interventi antiparassitari
(intervento estivo con Bacillus Thuringensis
contro i ricamatori) e nel periodo pre-raccolta.
Anche in questi casi, comunque
bisognerà limitarsi a leggere spuntature in
modo da non compromettere la validità dei
tralci che potranno essere opportunamente
scelti durante la potatura invernale.
Diversamente questa pratica, come già
affermato, non è mai sostitutiva delle
operazioni da effettuare in verde
22
POMACEE
LA POTATURA DEL MELO
La conduzione centrifuga, nota come
“taille longue”, nel nostro territorio risulta
essere ormai una pratica più che consolidata
per tutti i gruppi varietali del melo. Anche se i
principi generali di questo sistema di
conduzione, diffusamente riportati nel capitolo
dedicato alla potatura nella “Guida CReSO
2009,” possono ritenersi applicabili a tutti i
gruppi, alcune variazioni potranno rendersi
necessarie in determinate situazioni
particolari come per il gruppo Spur e
Braeburn.
Gruppo Golden Delicious, Gala, Fuji
Fase di Allevamento
In questa fase si deve gestire l’astone con
legature progressive ai fili superiori e
conservare tutte le ramificazioni fatta
eccezione per quelle troppo basse (inferiori a
80 – 100 cm) e con angolo d’inserzione troppo
stretto. Si deve iniziare ad effettuare le
piegature dei rami e di norma si consiglia di
non piegare più di 3 o 4 ramificazioni per
pianta, poiché la piegatura di tutte le branche
penalizzerebbe il volume produttivo
dell’albero. Ovviamente più la pianta è
vigorosa e più branche verranno mantenute e
piegate. Durante il periodo estivo (giugnoluglio)
risulta molto efficace l’eliminazione
di eventuali ricacci vegetativi che si sono
formati sul dorso delle branche in
corrispondenza delle piegature. Ritardare
questa operazione provocherà degli squilibri
vegetativi alla pianta. In questa fase si
sconsiglia di installare fili laterali bassi in
quanto ostacolerebbero la corretta gestione
della pianta nella successiva fase di
produzione.
Fase di Produzione
Si deve continuare con le operazioni di
piegatura delle branche più vigorose. È
sempre importante l’eliminazione, durante il
periodo estivo, dei ricacci vegetativi che si
sono formati sul dorso delle branche in
corrispondenza delle piegature. Gli eventuali
ricacci formatisi in posizione laterale alle
branche piegate, se non troppo vigorosi,
possono essere mantenuti e successivamente
piegati al fine di avere la ramificazione di
sostituzione quando la branca stessa sarà
oramai esaurita. Quando la cima supera di
circa 70-90 cm l’ultimo filo di sostegno,
occorre piegarla con un arco ampio, evitando
in modo assoluto piegature orizzontali. La
piegatura della cima migliora l’equilibrio
generale dell’albero. E’ importante al 4° anno
procedere con la formazione del camino
centrale, punto fondamentale della “conduite
centrifuge” avente lo scopo di garantire la luce
alle parti più basse ed interne della pianta.
L’assenza di tagli di ritorno sulla
ramificazione porta all’“invecchiamento”
delle branche e all’aumento nel tempo del
numero di punti di fruttificazione
(lamburde, brindilli ecc.). In questa fase
diventa dunque importante intervenire sulla
pianta per regolare il rapporto tra produzione
e accrescimento ed evitare di incorrere in
fenomeni di alternanza. Prendendo in
considerazione il comportamento naturale
delle diverse varietà, s’interverrà con
“l’extinction” artificiale che permette di
controllare al meglio l’accrescimento
vegetativo e la densità dei punti di
fruttificazione. A tale proposito va ricordato
che questa pratica, affinché risulti efficace,
deve essere eseguita con cura: se mal
eseguita potrebbe portare ad un carico di
23
produzione eccessivo a scapito della
pezzatura. Nel caso invece non s’intenda
praticare l’extinction, si dovrà praticare una
energica pulizia delle formazioni più interne
mantenendo integro il prolungamento del
ramo. Nel caso di esaurimento di un ramo si
consiglia di eliminarlo sostituendolo con uno di
nuova formazione.
Gruppo Red Delicious Spur
Fase di Allevamento
In questa fase si devono eliminare le branche
troppo vigorose che potrebbero concorrere
con l’asse centrale della pianta e nel caso
limite portarlo ad esaurimento. I rami anticipati
non devono essere raccorciati e le piegature
limitate al minimo al fine di evitare un
esaurimento della parte apicale degli stessi.
La cima non deve essere soggetta né a tagli
di ritorno né a piegatura nel rispetto del
portamento basipeto di questo gruppo. In
caso di piante molto deboli con eccessiva
presenza di gemme a fiore è indispensabile
praticare un’energica loro esportazione
mediante “extinction” (Fig. 1).
Fig. 1: Gestione di piante deboli con
“extinction”.
Prima
Dopo
Fase di Produzione
Continuare il controllo e l’eventuale
asportazione di branche troppo vigorose sia
alla base della pianta (Fig. 2) ma in particolare
di quelle concorrenti con la cima.
Fig. 2: Eliminazione di branche basali
troppo vigorose.
In presenza di branche che non manifestano
ancora segni di esaurimento è proponibile non
24
intervenire lasciandole integre ma
semplificandone il carico di gemme praticando
anche in questo caso “l’extinction”. Appena
però le branche presentano segni di
invecchiamento con formazione delle
cosiddette “zampe di gallo” è possibile
intervenire con accorciamenti. Questi tagli
devono essere effettuati sempre in
corrispondenza di gemme e mai su brindilli
i quali se stimolati diventerebbero troppo
vigorosi. Quando ci si trova di fronte a
branche che sono state accorciate e dalle
quali si sono sviluppati ricacci vigorosi si deve
procedere con una piegatura in modo da
limitare la vigoria e favorire l’emissione di
nuove gemme a fiore sul ricaccio (Fig. 3).
Per quanto riguarda la gestione della cima,
tenendo sempre conto dell’andamento
basipeto di questo gruppo, si deve agire
effettuando dei tagli di semplificazione
tralasciando le operazioni di piegatura (Fig. 4).
Fig. 3: Esempio di piegatura su branca
accorciata con successiva emissione di un
ricaccio.
Fig. 4: Esempio di corretta gestione della
cima effettuata con un taglio di
semplificazione.
Prima
Dopo
Gestione di un ramo
accorciato con
ricaccio attraverso la
piegatura
Taglio di
semplificazione
25
Red Delicious Standard (Jeromine)
Fase di Produzione
Il comportamento di questa varietà che al
momento è la più diffusa fra le Red Delicious
Standard può essere assimilato a quello di
Gala e Golden, pertanto valgono le indicazioni
fornite per questi gruppi varietali. Tuttavia
tenendo conto della maggior sensibilità di
questa varietà alla butteratura amara si
raccomanda di limitare l’eccessiva pulizia di
formazioni fruttifere come invece avviene per
le altre varietà. Si sconsiglia inoltre di
effettuare piegature dei rami troppo
accentuate che condurrebbero al loro
esaurimento. Sulle piante più vigorose sulle
quali si dovrà asportare delle branche mal
inserite o in numero eccessivo è consigliabile
eliminarle mediante lo strappo che oltre a
evitare l’insorgenza di ricacci favorirà
l’indebolimento della pianta e una migliore
cicatrizzazione della ferita (Foto 5).
Fig. 5: Esempio di eliminazione di un ramo
con la tecnica dello strappo.
Per quanto riguarda la gestione della cima
continuare nella piegatura della stessa con lo
scopo di mantenere l’equilibrio generale della
pianta.
Gruppo Braeburn
Nella fase di allevamento, la procedura
consigliata per il gruppo Gala e Golden può
ritenersi valida anche per questo gruppo
mentre la potatura di produzione dovrà essere
attuata tenendo conto della elevata
potenzialità produttiva anche sui rami di un
anno.
Per tale motivo la potatura di
produzione dovrà essere attuata effettuando
raccorciamenti su ramo di due anni su una
gemma a fiore.
Su piante in piena produzione si
dovranno effettuare accorciamenti anche sui
rami dell’anno al fine di ridurre l’elevato
potenziale produttivo. In alternativa, nel caso
si volesse effettuare la pratica dell’extinction
su questo gruppo varietale, si dovrà operare
esclusivamente da inizio fioritura quando cioè
sia ben definito il reale potenziale produttivo,
diversamente si rischierà di lasciare un
numero di gemme a fiore troppo elevato con
grave pregiudizio della fioritura anche in
considerazione della difficoltà nel disporre di
prodotti efficaci per il diradamento chimico.
Eliminazione
branche troppo
vigorose con lo
strappo
26
Fig. 6: Esempio di una corretta e razionale
potatura (Gala).
Prima (operazioni da effettuare)
Dopo (risultato finale)
LA POTATURA NEL SISTEMA DI
ALLEVAMENTO “BIASSE”
Negli ultimi anni gli impianti realizzati
con astoni bi-cauli preformati (“Bibaum®”)
sono risultati in deciso aumento. Si tratta di
un’innovazione vivaistica che permette di
ottenere una forma in parete la cui gestione,
in particolare per la fase di produzione, è
attualmente in fase di osservazione.
Di seguito, in base all’esperienze
acquisite in questi anni, si riportano i principi
da adottare nella fase di allevamento e di
produzione.
Fase di Allevamento:
1. devono essere eliminate le formazioni
troppo vigorose le quali ostacolerebbero
eccessivamente lo sviluppo dell’asse
centrale determinando, nei casi estremi, il
suo esaurimento.
2. la cima non deve essere spuntata ma
lasciata libera di crescere fino al
raggiungimento dell’ultimo filo.
3. man mano che la pianta cresce è
necessario procedere con una legatura
progressiva dei 2 assi ai fili di sostegno.
4. non è necessaria la legatura dei rami
(differenza di gestione rispetto alla taille
longue).
Fase di Produzione:
1. come nella fase di allevamento
annualmente vanno eliminate le branche
più grosse (Fig.7) in modo da favorire i
brindilli presenti sull’asse i quali
permettono di mantenere una forma in
parete e garantire la produzione migliore. I
tagli non devono essere realizzati a filo del
tronco ma è necessario mantenere uno
sperone dal quale si svilupperà
successivamente un nuovo getto di
sostituzione a quello eliminato (Fig.8).
Piegatura di
rami
assurgenti
Eliminazione
branche basali
troppo vigorose
27
Fig. 7: Eliminazione di branche vigorose.
Prima
Dopo
Fig. 8: Sviluppo di un ramo produttivo a
seguito dell’eliminazione totale di una
branca troppo vigorosa.
2. I rami produttivi in via di esaurimento
vanno raccorciati di 1/3 della loro
lunghezza effettuando un taglio su una
gemma a fiore (Fig.9): così facendo si
rinvigorisce l’intera branca, evitandone
l’esaurimento, e si mantiene inalterata la
produttività della branca.
Fig. 9: Gestione di un ramo produttivo.
Prima
Dopo
28
3. eventuali succhioni assurgenti presenti su
branche di media vigoria vanno
opportunamente eliminati (Fig.10).
Fig. 10: Eliminazione di rami assurgenti.
Prima
Dopo
4. quando la pianta ha raggiunto l’ultimo filo,
per evitare l’eventuale inserimento
dell’apice della pianta stessa nella rete
antigrandine, procedere con una cimatura
estiva (metà giugno) a 20 cm sotto la rete
stessa (Fig.11).
Fig. 11: Gestione della cima.
Errori da evitare
Una scorretta gestione della pianta durante i
primi anni di allevamento (Fig.12) può causare
la formazione di branche troppo vigorose le
quali, da un lato vanno a sottrarre linfa al resto
della pianta e dall’altro vanno ad ostacolare la
penetrazione della luce ai rami sottostanti;
questa porta ad avere uno squilibrio generale
della pianta che si manifesta con la mancanza
di nuovi rami da utilizzare per sostituire quelli
che andranno in esaurimento.
Fig. 12: Errata gestione nella fase di
allevamento con conseguente prevalenza
di branche grosse.
Rami non eliminati in
fase di allevamento che
si sono sviluppati
eccessivamente
29
Sia in allevamento sia nella fase di produzione
sono da evitare raccorciamenti eccessivi
(Fig.13) su branche vigorose in quanto
causerebbero, a ripresa vegetativa avvenuta,
l’emissione di getti vigorosi non produttivi; in
questi casi è opportuno procedere con
l’eliminazione dell’intera branca come
consigliato in precedenza.
Fig. 13: Gestione errata di branche
vigorose.
1
2
CONFUSIONE SESSUALE MELO, PERO, NASHI, SUSINO E PESCO:
Dato che sempre di più vengono fatte
richieste commerciali con basso apporto di
residui (sotto del 30% del limite massimo
ammesso in Italia e massimo tre residui di
singolo principio attivo) e in base alla
revoca di diversi prodotti commerciali
utilizzati per la difesa, si consiglia di fare la
confusione sessuale contro gli insetti
principali, su pesco/susino (cydia) e su
melo/pero (carpocapsa). Vista l’enorme
richiesta del prodotto confusione per chi è
interessato potrà dare la prenotazione degli
erogatori ai tecnici che curano tutta
l’assistenza tecnica inerente a questo
particolare prodotto, specie nella diffusione,
nel controllo del funzionamento, dell’erogato
e dell’utilizzo.
Pertanto, l’Agenzia 4A tramite i tecnici sono
disponibili nell’aiutarVi a dare questo prodotto
rispetto ai normali fitofarmaci.
Di seguito si riporta la tabella di informazione
tecnica di ciascun modello
30
PESCO/SUSINO
N° erogatori Costo (€)
Tipo erogatori Fitofago Durat
a (gg)
Ha g.ta ha g.ta
Epoca
applicazione
BASF Rak 5 Cydia molesta 150 600 229 198(*) 75,5(*) 15-20 marzo
BASF Rak 5+6
Cydia
molesta+
Anarsia
150 600 229 300 (*) 114,5(*) 15-20 marzo
SHINETSU
OFM rosso Cydia molesta 150 600/
750
230/
286
153.00/
191.00
58.00/
73.00 15-20 marzo
SUTERRA
Chek Mate SF
Cydia molesta
+
Anarsia
125 375 143 328 125 A metà - fine
aprile
SUTERRA
Chek Mate OFM XL
Confezioni da 270
pezzi
Cydia molesta 125 270 103 179 68,32 metà - fine
aprile
SUTERRA
Chek Mate OFM XL
Confezioni da 1000
pezzi
Cydia molesta 125 270 103 171 65,26 metà - fine
aprile
31
MELO/PERO/NASHI
(*)= PREZZO DA CONFERMARE PER IL 2011
N° erogatori Costo €
Tipo erogatori Fitofago Durata
(gg)
ha G.ta ha G.ta
Epoca
applicazione
BASF Rak 3 Carpocapsa 150 600 229 240 (*) 91,60
(*)
Inizio I
generazione
SHINETSU C-plus Carpocapsa 150 1000 382 215.00 82.00
Inizio I
generazione
(prima del 10/04)
SHINETSU CTT (oltre
3 ha) Carpocapsa 150 500 191 205.00 78.00
Inizio I
generazione
(prima del 10/04)
SHINETSU CRL Carpocapsa +
Ricamatori 150 1000 382 274.00 104.00
Inizio I
generazione
(prima del 10/04)
SHINETSU C/OFM
Carpocapsa +
Cydia
molesta
150
+90 1000 382 262.00 100.00 Ad inizio volo
(prima del 10/04)
SHINETSU Z
Rodilegno
giallo
(Zeuzera)
150 300 114 114.00 43.00 Ad inizio volo
(prima del 10/04)
SUTERRA Chek Mate
CM CONF 300 PEZZI Carpocapsa 150 300 115 199 76 metà maggio
SUTERRA Chek Mate
CM CONF.DA 1000
PEZZI
Carpocapsa 150 300 115 187 71,40 metà maggio
32

Nessun commento:

Posta un commento